Moby Dick e lo sturangoscia

Fare i librai ci pone spesso di fronte a scelte spiacevoli. In un mercato editoriale appiattitto sulle novità, siamo quasi costretti a dimenticarci di alcune perle, magari stampate da piccoli editori, sacrificate sull’altare delle tendenze mordi-e-fuggi. Ma siccome a noi piace fare i librai a modo nostro, ci piace anche recuperare qualche chicca che magari non è stata recensita con squilli di tromba e che non ha venduto un milione di copie, ma che secondo noi meriterebbe di essere recensita con squilli di tromba e di vendere qualche milione di copie, come questi due deliziosi libri stampati qualche anno fa da una casa editrice indipendente, Gorilla Sapiens Edizioni: Moby Dick e altri racconti brevi di Alessandro Sesto e Lo sturangoscia di Davide Predosin e Carlo Sperduti. Per dirla tutta, alla Casa del Libro ci siamo perdutamente innamorati di questi due capolavori traboccanti creatività e umorismo, che non ci stanchiamo e mai ci stancheremo di consigliare ai lettori, in special modo a quei lettori che sono in cerca di qualcosa di diverso dalla solita zuppa.

Riportiamo dalla quarta di copertina di Moby Dick e altri racconti brevi:
Può la letteratura influenzare la routine quotidiana? Cos’hanno in comune le vite di un impiegato e di un poeta maledetto? Perché non bisogna mai dire Adios, Scheherazade? Qual è il vero significato della manzoniana espressione vile meccanico? Come mai Leopardi rimpiangeva la vita prima di Facebook, pur vivendo prima di Facebook? Sono solo alcuni dei quesiti a cui cercherà di rispondere l’eroe di questi racconti: un irriducibile amante dei Classici che proverà a “vivere secondo Letteratura”, cacciandosi suo malgrado in situazioni surreali ed esilaranti.
Una guida dissacrante e arbitraria alle opere dei grandi della letteratura.

E da quella de Lo sturangoscia:
Romanzo epistolare e picaresco, Lo Sturangoscia narra dell’invenzione di un prodigioso strumento in grado di estirpare dall’organismo umano “quello spiacevole e indefinito senso di disagio che spesso spinge le persone, tra le altre cose, a occuparsi di questioni ultime”. Tanti sono i guai che l’aggeggio porterà al suo inventore Filottete Vasca, sin dal suo furto per mano degli autorevoli membri dell’Istituzione, intenzionati a usare lo Sturangoscia per i propri loschi fini. Assistito da molti amici, Filottete intraprenderà la ricerca dell’invenzione smarrita. Il carteggio reale tra due scrittori, che è innanzitutto una sfida letteraria, dà vita a un carteggio immaginario tra gli eccentrici personaggi di questa avventura eroicomica. Essi saranno coinvolti in investigazioni e inseguimenti, si incontreranno o sfuggiranno, ma soprattutto si scriveranno nella tumultuosa estate del 1985.